Recanati, 3 settembre 2023– “Cuori ardenti, piedi in cammino”. Fra Andrea Spera, partendo dal racconto dei discepoli di Emmaus, ci ricorda la perenne validità della “Missio ad gentes”, la missione data alla Chiesa di evangelizzare, con il sorriso e con simpatia – come dice Papa Francesco – , ogni persona ed ogni popolo fino ai confini della terra.
Il tema della Giornata Mondiale Missionaria del 2023 porta il titolo «Cuori ardenti, piedi in cammino».
Relatore del XXXVII Convegno Missionario è stato fr. Andrea Spera, nuovo guardiano del convento dei Frati Cappuccini di Recanati, che con grande passione ha affrontato il tema partendo dal passo dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35).
Nel racconto evangelico, spiega, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, si può rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno.
Cuori ardenti nell’accogliere la Parola di Dio che illumina e trasforma il cuore nella missione. Il cuore che ascolta Gesù riceve un fuoco, una energia interiore, la potenza dello Spirito Santo, che lo fa ardere. Non ci vuole molto a comprendere che sia proprio in virtù di tale ascolto di Cristo che il cuore umano trova la sua linfa vitale, il suo calore, la sua apertura. Perciò, la conoscenza della Scrittura è importante per la vita del cristiano, e ancora di più per l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo. Altrimenti, che cosa si trasmette agli altri se non le proprie idee e i propri progetti? E un cuore freddo, potrà mai far ardere quello degli altri?
Occhi che «si aprirono e lo riconobbero» nello spezzare il pane. Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione, continua la sua riflessione fr. Andrea, chiedendosi se Gesù, in un mondo dove la Chiesa viene vista come un’organizzazione filantropica, sia veramente il culmine e fonte della missione. A questo proposito, occorre ricordare che un semplice spezzare il pane materiale con gli affamati nel nome di Cristo è già un atto cristiano missionario; tanto più lo spezzare il Pane eucaristico che è Cristo stesso è l’azione missionaria per eccellenza, perché l’Eucaristia è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.
Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto. L’eterna giovinezza di una Chiesa sempre in uscita. L’urgenza dell’azione missionaria della Chiesa comporta naturalmente una cooperazione missionaria sempre più stretta di tutti i suoi membri ad ogni livello. Questo è un obiettivo essenziale – afferma fr. Andrea – del percorso sinodale che la Chiesa sta compiendo con le parole-chiave comunione, partecipazione e missione.
La relazione termina con un invito ai presenti, non solo religiosi, di ripartire appunto con cuori ardenti, occhi aperti e piedi in cammino, insieme sulla via della pace e della salvezza che Dio in Cristo ha donato all’umanità.

Dopo la relazione fr. Francesco Pettinelli, segretario delle Missioni Estere, presenta l’assessore alle politiche sociali Paola Nicolini che ringrazia, a nome di tutta l’amministrazione comunale, la fraternità di Recanati per il servizio e per la costante disponibilità nell’ aiutare e nel collaborare ogni qualvolta ce ne sia il bisogno. Da Recanati, come in un vero e proprio viaggio, si è passati ad ascoltare le storie arrivate dal Benin e dall’Etiopia.
Quindi fr. Francesco introduce, dopo aver ringraziato tutti i missionari partiti per il Wolayta, la missione dell’Etiopia, lasciando prima la parola al Ministro Provinciale etiope, fr. Gebrewold Gebretsadik, che ricorda le origini della missione grato di ciò che da oltre 50 anni viene fatto nel suo Paese, e in un secondo momento presentando il vice presidente del South Nations Nationalities Peoples Regional State (SNNPRS), Kelkay Tesfaye Yigezu, venuto in visita in Italia per comprendere come i frati cappuccini e le autorità governative possano unire le forze nell’affrontare le criticità del momento storico, certamente non facile da gestire.
Conclude le testimonianze dell’Etiopia Cristiano Stopponi, recatosi in Africa per un mese aiutando nel censimento delle Adozioni a Distanza. Spiega quanto sia stato difficile per lui, al suo ritorno in Italia, raccontare ai suoi conoscenti tutto ciò che ha vissuto, riflettendo su quanto il nostro approccio a volte sia per certi versi un po’ superficiale. Cercare di capire usi e costumi, culture e colori, tradizioni e problematiche è sicuramente difficile, ma da parte nostra dovrebbe esserci una sensibilità diversa e una profondità maggiore nel modo con cui ci relazioniamo con i nostri fratelli apparentemente troppo lontani.

Fr. Giampiero Cognigni, ultimo frate marchigiano partito missionario, introduce invece la missione del Benin, invitando tutti i presenti a continuare ad aiutare la popolazione, indubbiamente bisognosa di supporto, con uno spirito che metta da parte il pietismo, per accompagnarla verso un futuro che possa essere alla portata dei suoi sogni e delle sue capacità. Fr. Maximin, direttore dell’orfanotrofio di Djeffà, ha voluto invece ringraziare tutti i frati missionari che hanno portato il carisma francescano in una terra lontana. Io stesso sono frutto di questa evangelizzazione, afferma fr. Maximin, ricordando che prima di lui il direttore della struttura è stato fr. Vincenzo Febi, partito per il Benin nel lontano 1987.
In conclusione è intervenuto Sergio Pison, adottante di due bambine, Esther e Oriliath, della città di Cotonou. Commosso, ha raccontato quanto sia stato bello incontrarle nonostante la difficoltà nell’accettare le enormi disparità tra le nostre opportunità e le condizioni nelle quali le bambine sono costrette a vivere. Ha condiviso con i presenti anche di come, con un piccolo contributo, ha aiutato una delle famiglie ad organizzare una festa per una delle due ragazze e, concludendo, ha invitato a sostenere i bambini dell’Africa, ognuno come può, perché donando amore i soldi spesi non saranno mai soldi buttati. Prima della celebrazione della Santa Messa, animata dai canti dei nostri confratelli beninesi, fr. Francesco ha fortemente ringraziato fr. Emanuele Marziali e Nazzareno Gustinucci per il loro impegno profuso nell’organizzazione dei mercatini missionari, tanto utili per la raccolta fondi, quanto importanti per l’incontro con la gente, un incontro che apre le porte alla presentazione, anche se già nota a molti, del lavoro della “Cucina del Convento”.
Giordano spiega come questa attività sia importante sotto molti punti di vista, oltre a quello strettamente economico. Ha raccontato, infatti, di quanta gente si sia avvicinata alle missioni proprio grazie alla possibilità di venire a pranzo o a cena nel convento di Recanati; ha ringraziato tutti i volontari, veri amici delle missioni, che rendono possibili tutti gli eventi organizzati. Soprattutto quest’anno – continua Giordano – la Cucina del Convento ha dato la possibilità a tanti giovani ragazzi, tra i 17 e i 19 anni, di approcciarsi al mondo del lavoro con uno spirito diverso, non affrontandolo come semplici “esecutori di ordini” ma come collaboratori attivi di una realtà che fa del bene agli altri e a loro stessi. Testimoni di ciò sono stati Denis e Semi, che hanno trascorso l’estate, insieme a molti altri, aiutando tutti i giorni fra Francesco, Giordano e Fabio, che hanno definito la “Cucina del Convento” una vera e propria famiglia.

Chiude la mattinata di testimonianza e condivisione fr. George Rocha della Provincia di Bahia e Sergipe, che ricorda con simpatia quello che i frati marchigiani hanno lasciato in Brasile e quello che i frati brasiliani hanno lasciato ai missionari: la “bahianità” – dice sorridendo fra George – a testimonianza del fatto che in missione tanto si dà e altrettanto si riceve.