Nel 2023, con tre importanti eventi a Camerino, Sarnano e Cingoli, è iniziato il progetto “Marche, culla dei cappuccini”, un percorso quinquennale che ci condurrà al 2028 alla grande celebrazione dei 500 anni dell’Ordine.
di Fra Sergio Lorenzini
Cinquecento anni di storia in cinque anni di eventi. Se dovessi coniare uno slogan per il progetto “Marche, culla dei cappuccini” – il percorso che abbiamo inaugurato nel 2023 e che ci farà compagnia fino al 2028 –, sarebbe questo. Qualcuno, tra il serio e il faceto, data l’inusuale lunghezza del progetto, ha affermato che a noi cappuccini piace far festa! Ammesso il fondo di verità di quest’amichevole allusione – ma d’altronde, “gente allegra il ciel l’aiuta”, dice il proverbio! –, l’intenzione ha radici ben più profonde e ramificate che affondano nel grande patrimonio che la storia dei cappuccini ci consegna, una storia tanto affascinante quanto sconosciuta, germogliata nelle Marche e da lì divulgatasi nel mondo intero. Il progetto è nato al seguito dell’altra iniziativa, il “Cammino dei Cappuccini”, che nel periodo in cui veniva realizzata ci aveva restituito l’inattesa costatazione di una totale assenza di conoscenza sulle origini dei cappuccini. Qualcosa a livello comunicativo era mancato! Il paradosso emergeva stridente: una storia tanto importante eppure non nota! Un enorme albero di cui si contempla la chioma ma non si conosce la radice. Una storia che ha fruttificato rigogliosa in ogni dove e che però rimane estranea persino al suo territorio di origine. Strano a dirsi, quasi nessun marchigiano sa che i cappuccini sono nati nelle Marche! Vedremo, dopo il lungo e intenso tragitto che ci accingiamo a compiere, se nel 2028 la percezione della realtà sarà cambiata e una nuova consapevolezza – non diciamo orgoglio, per non mancare d’umiltà! – sarà fiorita.
Certamente, l’intento non sarebbe stato raggiunto circoscrivendo al solo ultimo anno la celebrazione di questo importante anniversario: come tante volte accade, evento celebrato evento dimenticato. Al contrario, darsi cinque anni di tempo permette un rilascio lento e capillare, con eventi, incontri e narrazioni che alla lunga radicano sul territorio conoscenza e memoria, e diventa esplicitazione, acquisizione e comunicazione di un tesoro, ripulito dalla polvere che lo aveva relegato nel dimenticatoio. Ma anche a volerlo limitare al solo 2028, l’arco di tempo sarebbe troppo stretto per comprimervi dentro l’enorme patrimonio che i cappuccini hanno depositato nella loro Regione di nascita: cinque secoli di storia, cinquantasei conventi che hanno plasmato un territorio (non a caso i conventi sono sempre in “Via dei cappuccini” o dedicati a figure di cappuccini) e intorno ai quali è fiorito un paesaggio di relazioni, attività e incontri. A questo si aggiungano quei tratti peculiari dei cappuccini che sono l’itineranza e il loro profilo popolare, che pur tenendoli in luoghi riservati e fuori dei centri abitati li ha portati da sempre a scorrazzare in mezzo alla gente. Non a caso nel suo Gesuita moderno (1846), Vincenzo Gioberti, per identificare i cappuccini, coniò l’espressione “frati del popolo”, divenuta poi comune e identificativa tra gli stessi frati. Ecco: tutto questo non era facile da condensare in un solo anno e perciò siamo partiti con un certo anticipo, mettendo in scaletta nel 2023 tre eventi dai nomi curiosi e singolari.
Al primo di essi abbiamo dato il nome La festa della scintilla. Non per niente l’evento inaugurale è stato celebrato a Camerino, nel luogo che custodisce il primo convento al mondo dei frati cappuccini e nei giorni 1-3 luglio, in cui ricorre l’anniversario della bolla Religionis zelus concessa da papa Clemente VII, che sanciva ufficialmente la nascita dei cappuccini: era appunto il 3 luglio 1528. Da quel luogo ebbe inizio la scintilla che accese in tutto il mondo il fuoco dei cappuccini e a ciò si deve il singolare nome della festa. Tre giorni ricchi di iniziative dal profilo fortemente popolare in cui il convento di Renacavata e il Museo storico dei cappuccini sono rimasti aperti ai tanti che sono accorsi per partecipare e che hanno potuto scoprire le ricchezze di un luogo di profonda bellezza e spiritualità.
Il secondo evento, dal titolo La festa dei tre compagni, lo abbiamo vissuto dal 25 al 27 agosto a Sarnano. Qui i cappuccini non sono più presenti dalla fine dell’Ottocento, ma l’occasione è stata altresì propizia per rintracciare il luogo originale del convento e ricostruire la sua architettura, anche grazie a una foto d’archivio che è stata rinvenuta e che lo ritraeva ancora nella sua integrità. Nella biblioteca comunale di Sarnano, inoltre, è custodito il più antico manoscritto della più bella leggenda di san Francesco, appunto La leggenda dei tre compagni, notissima ai cultori del francescanesimo e studiata in tutto il mondo, ma il cui effettivo valore forse sfuggiva finanche agli stessi sarnanesi. La festa ha sottolineato l’importanza di questo formidabile testo, che è stato anche tradotto e commentato in un agile libro curato dall’archivista dei cappuccini fra Fabio Furiasse, che lo ha spiegato e poi donato a tutti i partecipanti.
L’ultimo dei tre eventi si è svolto a Cingoli il 14 e il 15 ottobre, approfittando anche del clima estivo che sembrava non voler cedere il passo all’autunno, con un’altra festa dal nome originale, La festa della burla. A Cingoli, anzi, con più precisione all’eremo di S. Angelo, infatti accadde un fatto alquanto singolare della storia delle origini dei cappuccini che lì giocarono uno scherzo a coloro che erano venuti ben attrezzati per ricondurli ai conventi dai quali erano fuggiti.
I tre appuntamenti, ciascuno con le proprie specificità, sono stati allietati da rievocazioni storiche, camminate e ciclo-pellegrinaggi nei luoghi della storia dei cappuccini, narrazioni e incontri divulgativi, cene a tema con i ricettari dei conventi, serate musicali, celebrazioni in luoghi significativi, incontri con le scuole, coinvolgendo non solo i comuni interessati ma anche i tanti enti e le associazioni presenti sul territorio che hanno portato ciascuno il proprio contributo. Ne sono nate tre meravigliose occasioni di conoscenza, di incontro e di comunità, nel clima semplice tanto amato da noi francescani e con il sapore delle buone relazioni.
Ora è tempo di mettere in cantiere nuove iniziative individuando i luoghi del 2024 e anche degli anni a venire in cui “Marche, culla dei cappuccini” farà tappa e a suo tempo non solo vi informeremo, ma vi inviteremo anche a partecipare. Per ora possiamo solo anticipare l’importante convegno internazionale che si terrà dal 19 al 21 settembre a Pesaro, in occasione della nomina della città a capitale della cultura italiana e la replica della festa della scintilla, appuntamento che per l’unicità del convento di Camerino rimarrà fisso nei prossimi anni, e sarà il punto fermo che da qui al 2028 ci condurrà a tornare al luogo delle origini ma, vogliamo sperarlo, con tutt’altra consapevolezza. Per ora teniamo in un angolo della nostra mente un ultimo grande appuntamento che segnerà la fine dei cinque anni di percorso e voglia il buon Dio darci la grazia di realizzarlo. Ma dovrete pazientare: per il momento non ve lo sveliamo. Curiosi? Seguiteci.