Cappuccini Marche

Novità nella continuità

Cappuccini Marche


Nella logica di una crescita organica, tre giovani frati beninesi sono chiamati a sviluppare il seme del carisma francescano che nel 1987 quattro confratelli marchigiani gettarono in quel suolo che si è rivelato poi terreno fecondissimo.
di fra Michel Gonçalves


“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8). Come nelle parole di Gesù dette al fariseo Nicodemo, così è accaduto durante l’VIII capitolo elettivo della Custodia dei Frati Minori Cappuccini del Benin “San Pio da Pietrelcina”, tenutosi a Ouidah dal 20 al 25 settembre scorso, al termine del quale è avvenuta l’elezione di fra Bernadin Boko come nuovo Superiore.

Il vento scompiglia, lancia in alto le cose, scuote, ha una grande potenza che spesso non si contiene. Così è lo Spirito Santo, capace di scombussolare dentro, di trasformare e di cambiare. Notevole infatti è stato il cambiamento arrivato nella custodia del Benin, dopo 33 anni affidata alle mani di un giovane frate beninese: fra Bernadin, 43 anni, consapevole dell’ardita sfida ma totalmente affidato alla guida dello Spirito Santo, ha accettato il nuovo incarico succedendo a fra Giulio Pierani, con il vivo desiderio di riuscire – “mano nella mano” – ad evangelizzare sempre più il suo popolo beninese, contribuendo all’emancipazione e liberazione da ciò che ancora lo allontana dal piano salvifico di Dio.
Se ora noi frati beninesi siamo pronti a iniziare a camminare con le nostre gambe è grazie a quei frati marchigiani che nel 1987 hanno deciso di lasciare l’Italia per venire in Benin a dedicarci la loro vita e la loro passione per Cristo attraverso la regola di San Francesco, affascinandoci, travolgendoci e strappandoci dalle nostre case per creare quella Chiesa che ora sta accogliendo migliaia di anime desiderose di portare vita e luce alla propria terra ancora afflitta da tanti mali. Nulla sarebbe iniziato se non fosse stato per questi fratelli: fra Vittore Fiorini, fermo nel difendere il carisma francescano dei frati attraverso l’apostolato delle famiglie; fra Mario Capriotti, impegnato nell’affermare la povertà come perla della vita francescana attraverso le opere; fra Giansante Lenti, procacciatore di vocazioni con la sua schietta convinzione che la vita religiosa non è una promozione sociale ma un cammino formativo lungo ed esigente; fra Vincenzo Febi, pastore dedito all’assistenza dei piccoli e alla lotta al Vodoun, accompagnando moltissime bambine verso un mestiere decoroso. Insieme a loro e dopo di loro, numerosi altri frati con dedizione, pazienza e fatica, hanno accompagnato noi frati beninesi in questo cammino di fede e di crescita umana sino ad arrivare oggi a ben 5 fraternità: la fraternità «San Francesco d’Assisi» a Cotonou con 10 frati di cui 9 sacerdoti; la fraternità «Madonna di Loreto» a Ouèssè-Ouidah con 10 frati di cui 5 sacerdoti e formatori, e 33 studenti di filosofia presso il Centro di filosofia e francescanesimo dei Frati Minori Cappuccini del Benin; la fraternità parrocchiale «San Giovanni Maria Vianney» a Wawata con 4 frati di cui 3 sacerdoti; la fraternità «San Bonaventura» a Klouékanmè con 6 frati di cui 4 sacerdoti e 12 studenti di teologia presso il Seminario Tchanvedji; la Fraternità «Santa Chiara» a Ina con 5 frati di cui 3 sacerdoti. Vi è ora in progetto la formazione della nuova fraternità «San Giuseppe da Copertino» a Marina-Djeffa con 6 frati.


Accanto alle attività pastorali e parrocchiali, gli stessi frati svolgono in prima linea innumerevoli opere sociali con il coordinamento di fra Thomas Tohou e in stretta relazione con il Segretariato delle Missioni delle Marche: il sostegno di centinaia di adozioni a distanza di bambini in difficoltà; la gestione delle case di accoglienza «Santa Famiglia» di Djeffa per i più piccoli, dove nel 2015 è stata anche inaugurata una scuola aperta a tutti; la casa «San Francesco d’Assisi» di Ina per giovani ragazzi; e poi la costruzione di pozzi, il progetto agro-pastorale di inserimento socio-professionale di giovani, la distribuzione di kit scolastici ai bambini spaccapietre di Dassa, Ina e Bembèrèkè al nord del Benin, il sostegno al centro socio-medicale «IME» per disabili mentali, al centro «SILOE» per bambini ciechi e al centro di riabilitazione fisioterapica «Talitakoum».
Tante le soddisfazioni che siamo riusciti ad avere in questi anni grazie agli innumerevoli mattoni depositati per la costruzione della casa di Dio in Benin, ma ancora tante sono le riflessioni che mettono in subbuglio le nostre anime, ancor più sollecitate dalla domanda molto provocatoria di fra Bernadin, nella sua lettera per la costituzione delle nuove fraternità: “I frati Cappuccini della custodia «San Pio da Pietrelcina» del Benin possono apportare la propria pietra nella costruzione della nostra Custodia?”. Proprio partendo da questa provocazione il nuovo Superiore, d’accordo con i 2 consiglieri fra Aubin Aguessy e fra Cyr Domonhedo, lancia le sfide e gli impegni per il prossimo triennio della Custodia: la preghiera comunitaria e individuale, la vita fraterna e l’apostolato. Papa Francesco ha più volte esortato i religiosi che “non si può vivere la vita consacrata, non si può discernere ciò che accade senza parlare con il Signore”, pertanto l’augurio fatto ai frati del Benin è che le fraternità divengano case in cui i fratelli siano appassionati di orazione. Che queste case, inoltre, siano luoghi di vera fraternità, dove si ricordi l’esortazione di San Francesco: “Beato il fratello che amerebbe e temerebbe suo fratello assente tanto quanto se fosse presente, e che dietro di lui non direbbe mai nulla che non possa ripetere in tutta carità davanti a lui”. Infine, la spinta a reinventare l’apostolato al servizio del carisma francescano e della Chiesa, dove il vangelo non sia visto solo come un insieme di valori da vivere e pregare ma come la forma autentica e il contenuto stesso della nostra vita.
Proprio grazie a quei semi che 33 anni fa sono stati lanciati in terra beninese dai primi missionari Cappuccini delle Marche, possono ora essere raccolti i primi frutti di una lenta e difficile crescita umana e spirituale, che sprona oggi tutti i frati del Benin ad accogliere l’esortazione del nuovo Superiore fra Bernadin di impegnarci giorno dopo giorno nella nostra vocazione, facendo, delle nuove fraternità costituitesi, dei focolari contagiosi di gioia, dove Gesù ci colma di ogni grazia e bene per una vita santa, piena e realizzata. •

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