Cappuccini Marche

Le sfide moderne della raccolta fondi

Cappuccini Marche

Negli ultimi anni sono provvidenzialmente aumentate le organizzazioni che si occupano di persone svantaggiate, ma il calo di donazioni rende difficile il sostegno di tanti progetti.

La raccolta fondi è un’attività cruciale per molte organizzazioni non profit, e persino per individui che cercano di finanziare progetti ed iniziative con lo scopo di aiutare chi si trova in una situazione di necessità. Anche il servizio delle Missioni Estere dei cappuccini delle Marche si occupa, attraverso le attività di reperimento di fondi, di supportare e sostenere i progetti già attivi in Etiopia ed in Benin. Tuttavia, questa “pratica” non è mai stata priva di sfide. Con il passare degli anni, inoltre, risulta sempre più difficile bilanciare adeguatamente i costi di mantenimento delle attività e le donazioni dei benefattori. Quali sono i motivi?

Sicuramente un tema interessante da approfondire è quello che in gergo aziendale chiameremmo “concorrenza feroce”. Quando si parla di far del bene, quella che generalmente viene vista appunto come concorrenza, risulta invece essere un bellissimo messaggio di solidarietà. Sapere che tante altre realtà si occupano di far del bene, è un messaggio che non può che rendere il mondo un posto migliore. Che siano bambini, anziani, persone con disabilità, o che si parli di realtà sensibili all’ambiente o agli animali, ecc., la cosa certa è che la coscienza delle persone sulle criticità dei nostri tempi è decisamente aumentata. Va da sé che il flusso di donazioni, se ripartito tra migliaia di organizzazioni, rischia di impattare in maniera meno efficiente per ogni singola associazione che cerca di attirare l’attenzione degli stessi donatori.

Un altro elemento da non sottovalutare è la fiducia dei benefattori: le persone sono spesso caute riguardo a dove investono i propri soldi e preferiscono donare a organizzazioni di cui si fidano. Costruire relazioni autentiche con i sostenitori, dimostrare trasparenza nell’utilizzo dei fondi e condividere regolarmente i risultati ottenuti sono aspetti fondamentali per guadagnare la stima dei donatori.

Negli ultimi anni sono davvero molte le organizzazioni che hanno segnalato una tendenza al declino delle donazioni. Le ragioni di questo calo possono essere legate a eventi economici che limitano le possibilità delle persone nell’effettuare donazioni continue, crisi sanitarie come ad esempio l’epidemia di COVID-19, che – anche giustamente – ha spostato il flusso di donazioni verso coloro che si occupavano di tamponare l’emergenza, o semplicemente la saturazione del mercato delle donazioni. Quando le organizzazioni che chiedono aiuto sono troppe, si corre il rischio che il benefattore sia confuso e rinunci a fare donazioni.

Un’altra critica che riguarda il mondo del non profit può essere riassunta dalla famosa frase “non dono perché solo una parte va in beneficenza, mentre il resto se lo tiene l’associazione”. Far comprendere che la gestione delle risorse richiede tempo, sacrificio e forza lavoro necessita di chiarezza e sensibilità. Nel nostro caso l’aiuto de “La Cucina del Convento”, il ristorante solidale dei cappuccini di Recanati, fa sì che le donazioni non siano in alcun modo intaccate, perché i costi di gestione sono quasi totalmente coperti dagli introiti derivanti dai pranzi e dalle cene solidali che ci accompagnano per tutto l’anno.

In conclusione, dopo aver spiegato le difficoltà con le quali ci interfacciamo tutti i giorni, due righe non possiamo non spenderle per la situazione economica attuale in Etiopia ed in Benin. Nonostante la crescita economica, molte regioni africane continuano ad affrontare sfide significative legate alla povertà, al cibo e all’accesso limitato all’istruzione e all’assistenza sanitaria. Il COVID-19 ha avuto un impatto significativo e l’inflazione ha fatto lievitare notevolmente tutti i prezzi. Oggi risulta quasi impossibile realizzare un nuovo progetto sapendo che il cemento è aumentato del 104,5%, il ferro dell’82% e la sabbia del 70%. Pertanto, con gratitudine per quanto già fatto, vi chiediamo di non smettere – ognuno secondo le sue possibilità – di aiutare le nostre missioni nel supporto delle popolazioni dell’Etiopia e del Benin. Senza di voi, senza le donazioni dei benefattori che decideranno di aiutarci, niente di quanto fatto finora sarà possibile nel prossimo futuro, se la situazione mondiale continuerà ad essere così incerta.

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